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Piero Gazzara
Personal Website
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Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818
Quel poco che riusciamo a strappare alle nostre occupazioni abituali, non sopportiamo di trascorrerlo nell'ozio: preferiamo invece dedicarlo all'esercizio della lettura, affinché si rafforzi la disposizione dell'animo nell'acquisire il sapere, senza il quale la vita dei mortali non è condotta in modo degno di uomini liberi. Federico II di Svevia
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After the Shipwreck, incisione di Gustave Doré, 1875
Ogni generazione riscrive la storia variandola, ma ripetizione non è.
Ha senso discutere per
tanto poco? distrugge ogni Scienza..." Andrea Carandini
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L'immortalità dell'opera compiuta dagl'individui, che, morti, pur vivono nel ricordo nostro e vivranno in quello degli avvenire. E un atto di vita, che serve alla vita, è quel trascrivere storie vuote e raccogliere documenti morti. Verrà il momento che essi ci agevoleranno a riprodurre, arricchita, nel nostro spirito la storia passata, rifacendola presente. Benedetto Croce ____________________________
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In evidenza
Rometta. Piero Gazzara: C’era una volta, tanti, tanti anni fa…
di Luigi Politi
tratto da
Sala Consiliare del Comune di Rometta (ME). Un momento della Presentazione
“U cuntu” è stata la formula utilizzata per il suo ultimo libro “La Storia di Rometta” scritto per i ragazzi delle scuole, del piccolo paese della provincia di Messina, che inizia a distinguersi, insieme ad altri, per iniziative di promozione culturale. La presentazione è avvenuta, ieri pomeriggio, nella sala consiliare di Rometta, ad opera del suo appassionato autore, il romettese prof. Piero Gazzara, dell’Archivio Storico Romettese, che ha conversato con lo storico Pippo Pandolfo, dopo la presentazione della presidente della locale associazione Vivirometta, avv. Pasquita Patti, ed i saluti del Sindaco, Nicola Merlino, portati dal vicesindaco, Nino Cirino, presente l’assessore Pippo Saija. Ad introdurre i lavori una prefazione del libro a cura di un altro storico di origini romettesi, Giuseppe Ardizzone, con la quale, spaziando da un periodo storico ad un altro dell’opera, è stata evidenziata la meticolosità della ricerca dell’autore nonché la sua bravura nel rendere i lavori facilmente comprensibili da un pubblico giovane. Subito Pandolfo ha portato la conversazione sugli altri storici che hanno scritto della storia del paese, evidenziando che molti di loro basavano i loro lavori su riferimenti bibliografici, piuttosto che sulla ricerca vera e propria, dando il “la” alla elencazione esposta da Gazzara, costituita quasi tutta da sacerdoti e religiosi, spiegando che tale categoria, in passato, era quella che meglio poteva affrontare gli studi storici, prima perché poteva vantare una certa istruzione e poi in quanto poteva disporre del necessario tempo libero dal lavoro. Così è passato dal cappuccino Serafino Visalli (Rometta 1696-1740), a Domenico Ardizzone (arciprete a Rometta nel 1712), da Rosario Saya ad Antonio Barbaro (segretario dell’arcivescovo Angelo Paino dal 1893 al 1959); per finire col sacerdote Giuseppe Mento Visalli Gaetano Scandurra e Nicolò Saija, che ha ripreso e arricchito le ricerche di Mento Visalli. Secondo una argomentazione di Ardizzone, molti altri storici potrebbero essersi interessati della storia di Rometta con lavori che potrebbero essere andati distrutti perché messi al bando dai rappresentati del Sant’Uffizio presenti a Rometta. Ottimi lavori, quelli degli storici citati, ma che, secondo Pandolfo, non prendevano molto in considerazione il patrimonio artistico romettese, tant’è che poco ne sappiamo........continua a leggere dal sito di OraWebTv: https://www.orawebtv.it/rometta-piero-gazzara/ _________________
Presentazione del libro "Il racconto della Storia di Rometta" presso la LUTE di Spadafora in occasione dell'inaugurazione della nuova Biblioteca.
Pregevole è l’opera di Piero Gazzara che ha realizzato un libro che, sotto forma di racconto, spiega ai suoi concittadini la storia millenaria della città di Rometta. L'autore ha voluto così che gli abitanti di questo territorio, specialmente gli studenti, possano prendere coscienza delle vicende storico - archeologiche che hanno caratterizzato, nel tempo, questa importante cittadina dei peloritani tirrenici. Il libro contiene numerose illustrazioni, acquarelli di Provy Munafò e dipinti conservati in collezioni private che .....continua a leggere
Presentazione presso la LUTE di Spadafora.
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E' appena uscito il volume Il Racconto della Storia di Rometta, dalla preistoria all'Unità d'Italia.
Questo libro, Il racconto della storia di Rometta, è pensato per la scuola, ma non solo. Nelle sue pagine non si parla solo di guerre e battaglie, di sovrani e condottieri, di luoghi e paesaggi carichi della violenza della storia ma si cerca di far conoscere l’umanità locale, gli usi e i costumi di tempi trascorsi le cui tracce affiorano nelle fonti, ossia nei documenti d’archivio, nelle testimonianze materiali, nella conoscenza del territorio e nelle eredità immateriali di una comunità, quella romettese ancora oggi vitale nonostante il calo demografico dei centri collinari.
Studiare la Storia, non vuol dire necessariamente imparare a memoria date e personaggi famosi, ma rendersi conto delle trasformazioni determinanti attraverso le quali ha preso forma il mondo per come ancora oggi lo conosciamo. La Storia, nonostante la continua perdita d’interesse e il distacco nei suoi confronti da parte delle nuove generazioni, rimane pur sempre...continua
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Leggere questo libro per me è stato scoprire per
l’ennesima volta che sull’olocausto ancora non sapevo abbastanza.
Credo che la stessa sensazione appartenga a molti, nonostante da più
parti si mantenga viva l’informazione sui fatti dello sterminio
degli Ebrei. Ma non è abbastanza e “Le ceneri di Babij Jar” di
Antonella Salomoni, incentrato sulla persecuzione e lo stermino
sistematico di circa cinquantamila Ebrei residenti a Kiev (Ucraina),
ne è la testimonianza. Dopo aver letto le prime pagine, le altre
diventavano traguardi da raggiungere subito. Una lettura pesante ma
coinvolgente con i tanti episodi-testimonianza di coloro che erano
presenti in quel settembre del 1941 in Ucraina. _________________
In tempo di covid-19, la peste di Messina del 1743 e la sua diffusione nell'entroterra tirrenico: Rometta, Spadafora,Valdina e Monforte.
La cronaca del contagio che a partire dalla prima metà del 1743, infestò Messina, Rometta, Monforte e altri centri urbani vicini. Contro la propagazione del terribile male si adottò l’isolamento delle aree focolaio. Solo nel 1894 si scoprirono le cause della peste dovute ad un bacillo polimorfo.
La Commissione (Deputazione) di sanità pubblica di Palermo, su richiesta degli amministratori (Giurati) di Taormina e Milazzo “affinché il contagio che cominciava ad affliggere Messina” non si espandesse oltre e per tutelare la “salute pubblica” decise che “fusse tagliata a quella città ogni comunicazione col rimanente dell’Isola sì per mare, come per terra”. Anzi poiché Taormina e Milazzo avevano interrotto qualsiasi pratica d’affari con i Messinesi, era necessario che da queste città “si tirasse una linea, ossia cordone, formato da truppe regolate e di milizie paesane, onde restasse chiuso, e separato tutto” il territorio di Messina. Si decise di nominare tre Commissari straordinari con ampi poteri di cui uno con sede a Milazzo, l’altro a Taormina e il terzo in uno dei paesi più vicini alla zona di contenimento (zona rossa) che fu estesa a “più di cento miglia, e contenente oltre Messina, e la piccola città di Rametta, coi loro Borghi, e ...continua a leggere _________________
Per l'uscita della terza edizione del mio romanzo storico, Erymata, la follia della libertà.
Come un dipinto o una costruzione, la lettura delle pagine del romanzo diventano un’opera collettiva, dove ognuno può dar libero sfogo alla propria visione di pensare la realtà interpretando a suo modo oltre le intenzioni dell’autore. E sul palcoscenico del libro di Piero Gazzara, si agitano fremiti di pura libertà frammisti a varie nevrosi, latenti o represse, che odiano il proprio tempo ma dal quale non possono evadere perché consapevoli di appartenere a quel tempo dal quale, sembra impossibile uscirne o scappare. E quindi, rassegnazione e reazione si scontrano su uno sfondo di battaglie, duelli, inganni e complotti, tra atteggiamenti apollinei e dionisiaci; tra scene tratte dalle bios di santi asceti immersi nei propri deserti mentali e fisici; ed ancora, tra il bigottismo di riti temporali contrapposto al godimento sfrenato delle emozioni o delle scelte fatte, a volte reputate, da altri, insane.
_______________________________ Dall'Archivio Storico Romettese cortometraggio fotografico
su Rometta in provincia di Messina: brevi cenni storici.
Prima puntata
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Rometta e la battaglia di Lombardello dell'agosto 1674 ai tempi della rivolta di Messina contro la corona spagnola.
Moschettieri spagnoli (rievocazione storica)
Per molto tempo quella che viene ricordata come la rivolta antispagnola di Messina degli anni 1674-78, fu definita a torto una normale ribellione di una parte della nobiltà locale che aveva inalberato il vessillo della ribellione per difendere i molteplici privilegi di cui godeva la città dello stretto, niente più che una gretta e arida lotta di campanile legata ad un passato, per la maggior parte inventato e per il quale il ceto dirigente messinese pretendeva favoritismi e particolarità a discapito delle altre città del Regno. Su questo giudizio pesò molto il parere dei primi studiosi che si interessarono degli eventi.
Solo di recente, la storiografia ha iniziato ad approfondire gli avvenimenti e, soprattutto i contesti dentro i quali si svolsero e si innescarono i fatti di quegli anni terribili portando alla luce una ben più complessa ed articolata realtà. La relazione presentata al III Convegno Sicilia Millenaria di Messina e Rometta nel novembre 2019 dallo scrivente e pubblicata nel volume degli Atti, descrive una Messina nel momento dello scoppio, in preda alle violenze delle due fazioni, quella dei Merli filospagnoli e quella dei Marvizzi, partigiani del senato. I primi si trovarono schierati a difesa degli interessi della Corona di Spagna che a sua volta premeva per un ridimensionamento delle esenzioni fiscali godute da Messina e di alcune esclusive prerogative del Senato, mentre i secondi miravano ad una difficile politica di espansione economica delle attività commerciali grazie alle eccezionali opportunità offerti dallo scalo portuale. Le numerose leggi speciali e le esenzioni (privilegi) avevano permesso ad una intraprendente aristocrazia di costruire, intorno al porto della falce, una fitta rete di attrattori commerciali e fiscali che rendevano appetibili l’approdare per il sicuro e buon profitto che qui si poteva fare.
La reazione del partito dei Senatori fu terribile. I messinesi, amici del governatore e del vicerè spagnolo, furono dichiarati traditori della patria cittadina e condannati a morte. Linciaggi, decapitazioni ed impiccagioni riempirono le cronache dei primi giorni costringendo la guarnigione spagnola a presidio dei forti cittadini (Gonzaga, SS. Salvatore, Matagrifoni e Castel Reale) e del palazzo reale a sloggiare avendo colpevolmente sottovalutato i segnali premonitori della decisa reazione messinese. Sottovalutazione che le armi del Re di Spagna pagarono a caro prezzo sulle alture dei peloritani, quando, pochi giorni dopo lo scoppio della rivolta, un centinaio di civili messinesi armati, guidati da Tommaso Crisafi, cavaliere della Stella, tenne testa ad un intero battaglione di fanteria, composto da napoletani, milanesi, siciliani e borgognoni battuti in quella che è passata alla storia come la battaglia di Lombardello (o Imbardello). ....continua a leggere _________________________________________
Il sistema delle fortificazioni di Rometta e i fatti d’armi: dai bizantini all’età moderna.
Fig.1- Erymata (Remata) oggi Rometta (ME): veduta sud-ovest.
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La Sicilia e la storia.
L’incontro tra storici e territorio si prefigura come uno sguardo sul passato della Sicilia per conoscere alcuni aspetti particolari e cercare di colmare lacune di un’isola che, nella realtà, si è sempre mossa come un “continente” pieno di contraddizioni e dinamiche complesse, che l’hanno animata fin dai primordi della Preistoria. Un universo diacronico che ha permeato e interagito con il contesto mediterraneo e ha fatto della Sicilia un paradigma, una fonte di ricerca per la varietà e la ricchezza di esperienze umane susseguitesi, nel tempo, in piani sovrapposti, le cui tracce spetta a noi illuminare. Tre giorni in cui si parla e si discute di Storia, assoluta protagonista in un presente che a volte tenta di utilizzarla per gli scopi più diversi solo per accampare gretti vantaggi anacronistici oppure tende a sfrattarla, come ad esempio, dalla formazione scolastica anche se, notizia di questi giorni, sembra riprendere il suo posto nella traccia dell’esame di Stato. La giusta conoscenza della storia è sempre vitale per una società in cammino e nonostante tutto, è proprio in questi periodi, che possono sembrare bui, che il lavoro degli storici si muove con tavole rotonde, dibattiti, convegni, rassegne, festival e altro per ribadire, se ce ne fosse bisogno, l’importanza dello studio della Storia. Non a caso in questo mese di novembre, la Sicilia ospita diverse iniziative oltre alla nostra, quali “La Sicilia nell’Alto Medioevo” che si terrà dal 14 al 16 presso l’ateneo di Catania, segno di una scienza, la storiografia, che non ha mai smesso di essere uno dei cardini formativi della coscienza dei tempi.
Il Convegno “Sicilia millenaria” con la pubblicazione degli Atti,
già stampati e pronti per la divulgazione, è anche occasione per un
intenso scambio di riflessioni sullo stato di avanzamento degli
studi storici ancorché costituire idealmente un’assemblea, dove
esplicitare e condividere il proprio e l’altrui lavoro di ricerca.
Neanche da sottovalutare la funzione salutare per la stessa ricerca
storica, rappresentata dalla possibilità di proporre nuove
prospettive di ricerca e di incrementare la documentazione in
generale, utili per un continuo aggiornamento dei dati fin qui
acquisiti.
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Angoli della mia terra.
(Tela opera di mia figlia, Daniela)
dove il mio passato ha lasciato i ricordi mai spenti, ma vivi di luce propria.
Muri e pietre increspati dal tempo, finestre mai chiuse, e balconi fioriti, accarezzano sogni d’altri tempi, nostalgie e amori di uomini e donne testardi e coraggiosi, fieri di aver costruito il proprio focolare in cima alle nuvole.
tutte con i segni di un duro trascorso, pronte a donarsi come rifugio al nostro fuggir.
Qui, dolori e sofferenze, gioie e feste, s’aggirano per i vicoli chiassosi di ricordi che osano opporsi all’oblio inesorabile dei tempi. _______________
Conferma al demanio Regio di Rometta del 1323
Rometta (ME), l'antica Erimata
Il dispositivo delle
concessioni erogate alla terra di Rametta e ai suoi abitanti è
incentrato su due aspetti fondamentali per la vita della piccola ma
importante roccaforte che occupava una posizione strategica di primo
piano per il controllo su tutta la punta estrema nord-orientale
della Sicilia. Nel Diploma si affermava l’appartenenza al demanio
del «[...] castrum vel fortilicium terre Ramecte et terram ipsam
positam in districtu civitatis Messane […]» e si estendevano a
Rometta le Consuetudini che vigevano nel capoluogo del distretto,
integrate da alcune specifiche norme che valevano solo per i
residenti. Di certo le tante battaglie ed i lunghi assedi, qui
accaduti nel passato, rendono bene l’idea del ruolo militare
esercitato da Rometta in tutta l’area della cuspide nord-orientale
della Sicilia. [tratto da: Piero Gazzara, Consuetudini e privilegi della terra demaniale di Rometta nel Diploma del 1323 di Federico III, in Archivio Nisseno, n. 21, Caltanissetta 2017, pag. 237] - in versione integrale sul sito web - https://www.academia.edu/37477926/pergamena_privilegi_rometta.pdf
La Piana di Milazzo: territorio e ambiente dall’antichità ai primordi dell’era moderna con illustrazioni fuori testo (estratto dagli Atti del Convegno “Sicilia Millenaria, dalla microstoria alla dimensione mediterranea”, Montalbano Elicona, 9-10-11 ottobre 2015).
Milazzo. Come si presentava la spiaggia di ponente all'indomani dell'alluvione dell'ottobre 2015: tronchi e lordure varie sparsi lungo tutto il tratto di riva compresa tra la foce del Mela e la spiaggia del Tono.
Un primo approfondimento conoscitivo sui caratteri originali di un vasto territorio, la Piana di Milazzo (Sicilia), area da sempre soggetta ad una forte antropizzazione che lungo lo scorrere dei secoli ha interagito con le risorse ambientali le cui conseguenze si avvertono ancora oggi, come le continue alluvioni e i dissesti idrogeologici. Un excursus storico basato sulle fonti e sugli studi per definire le peculiarità non solo geomorfologiche dell’area settentrionale tirrenica del messinese. L'’ampia fascia di territorio che va da Villafranca Tirrena sino al promontorio di Tindari può essere definita uno spazio omogeneo dai caratteri geografici, fisici ed antropici tali da formare una macro-area accomunata da un’intensa e continua presenza umana, manifestatasi a partire dalle epoche più remote, con variabili più o meno caratterizzanti per singoli siti, per approdare alle soglie dell’età contemporanea...... Leggi la relazione
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